Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro

Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro

Ho sempre avuto un rapporto particolare con il denaro, se solo avessi letto prima questo libro non lo avrei sperperato intuilmente.

Sono cresciuta in una famiglia in cui i miei genitori erano entrambi dipendenti statali e ci hanno sempre spinto a partecipare ai concorsi. Io e mio fratello ne abbiamo provati un paio, ma la nostra strada era un’altra: la Partita Iva. Si lo so, è da folli, ma noi siamo dei sognatori.
Se solo avessimo fatto quel salto nel buio con la consapevolezza di oggi avremmo fatto meno errori.
Se solo avessimo letto prima questo libro, i soldi che abbiamo speso intuilmente forse sarebbero stati investiti in qualcosa che avrebbe fruttato di più.

Ma veniamo a noi e come sono venuta a conoscenza di questo libro.
Durante il periodo di transizione tra l’essere una semplice sviluppatrice web e diventare una growth hacker, ho seguito svariati corsi sul digital marketing e in quasi tutti si faceva riferimento a un libro di Robert Kiyosaki, “Padre ricco padre povero”. In questo libro autobiografico, Kiyosaki racconta la sua storia divisa tra gli insegnamenti del padre povero, un uomo con un impiego statale, e del padre ricco, che in realtà era il padre di un suo caro amico che al contrario gestisce un’attività propria.

La contrapposizione tra le due figure paterne si basa sulle modalità di gestione del proprio denaro.
Da una parte il padre povero che lo incoraggiava a studiare per ottenere un posto di lavoro sicuro come dipendente di qualche azienda importante. Dall’altra parte il padre ricco che lo sprona a studiare per imparare a gestire una propria attività ed essere quindi un imprenditore di succeso.

Il ragionamento alla base del libro è la differenza tra attivo e passivo.
Passivo è tutto cià che provoca un’uscita di denaro. Le persone povere investono in passivi, ovvero in acquisti che in futuro non frutteranno ma anzi si svalutano al momento dell’acquisto stesso diventando quindi un costo.
Attivo è tutto ciò che provoca entrate future in seguito a un investimento iniziale.

Con questo libro ho imparato delle lezioni fondamentali che vorrei condividere qui:

  1. Il ricco non lavora per denaro ma fa in modo che il denaro lavori per lui.
  2. Bisogna sempre curare i prorpi interessi e non finire per occuparsi solo del lavoro.
  3. I ricchi colgono le opportunità da situazioni apparentemente sfavorevoli e escogitano modi per fare denaro.
  4. Lavorare sempre per imparare e non lavorare solo per il denaro.
  5. Bisogna sfruttare il proprio potenziale e a volte rischiare.
  6. Il tempo è denaro.

Al termine del libro è chiaro che la distinzione tra ricco e povero non è solo in termini del denaro che si possiede, ma in termini di saggezza finanziaria.

Il povero è colui che vede lo stipendio come la prima e unica forma di sicurezza e fonte di ricchezza. Il povero è colui che, anche se gli verrà prestata un’ingente somma di denaro, tornerà povero.
Il ricco è una persona umile che è in grado di generare ricchezza con gli strumenti che ha.

Attraverso il racconto della sua esperienza, Kiyosaki si pone l’ambizioso obiettivo di insegnare ai lettori come guadagnare senza lavorare. Lo fa attraversi i quattro quadranti del cashflow, che sono una rappresentazione di quattro modelli di vita-lavoro, che servono proprio a comprendere in quale posizione si è e come muoversi vero una posizione più favorevole.

Lo stesso Kiyosaki afferma: “Il motivo principale per cui la gente ha problemi finanziari è che ha trascorso anni a scuola senza imparare nulla sul denaro. In questo modo impara a lavorare per il denaro…e non impara mai a far lavorare i soldi per lui”.

Consiglio a tutti di leggere questo libro perchè può aiutare in una gestione più responsabile delle finanze. Puoi trovarlo a questo link.